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al testo di Maria Musik
Prima che sia mattina (o i giorni di Brahma)
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(a Te dedicata prima che sia l'opera sia portata a termine)
Appena ripiegato Come ansa di questo fiume (amato) Agitato come le sue acque Da piccole, isteriche onde Che risalgono la pelle e ti pulsano nelle vene Siedi sulla scomoda sedia Che fu di Paolo e di Elsa (amati) Gli occhi romani Di bracco Liquidamente dolci Attraversati dall’ombra Soave e inquieta Dell’avvento del Settimo Giorno (Il Pitta soffre e divampa Dovrei toccare i tuoi piedi) Cerchi l’anello Di con-giunzione Fusione di note ed ignoto Amuleto imperdibile Contro la dimenticanza Della nuova consapevolezza. (Non perdere il sigillo che posi sul tuo cuore)
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Fiammetta
- 08/08/2011 18:04:00
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Colta, inquietante.
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Domenico Morana
- 07/08/2011 14:12:00
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Colmo calice le labbra, fresche danima hai le labbra, parli e volano farfalle verso il mare, desidèri dispersi al dolce palpito di palpebre della voce.
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Lore
- 06/08/2011 23:26:00
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Grazie Maria, molte cose mi si sono svelate. Resta unaria rarefatta, un pensiero che divaga ricollegando persone ed emozioni diverse. Ho compreso meglio. Ciao
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Maria Musik
- 06/08/2011 23:02:00
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@ Loredana - Non mi è facile spiegare, fare lesegesi di questa poesia. E come un fermo immagine che isola un particolare attimo di un vissuto. Il luogo "fisico" è un ristorante romano, semplice, niente di che, la cui terrazza si affaccia sul Tevere ma famoso perchè era amato da Pier Paolo Pasolini e frequentato da Elsa Morante e tanti altri artisti che lì si ritrovavano o si intrattenevano da soli. La persona che mi siede di fronte è un artista che sta per portare a compimento una sua opera ed è, quindi, quasi alla fine della creazione. Il resto, credo, ora, possa essere compreso, magari con laiuto di una Bibbia e di Wikipedia. I pochi punti interrogativi non "esauditi" rimarranno tali. ;-)
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Loredana Savelli
- 06/08/2011 19:49:00
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Mi dai un indizio perché possa comprendere questa poesia che mi affascina per la sua raffinatezza ma mi sfugge in alcuni punti?
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